Industria 5.0 è l'evoluzione di Industria 4.0
Il termine “Industria 4.0” ha identificato quella che per tutti è la quarta rivoluzione industriale il cui obiettivo è la realizzazione della cosiddetta “Fabbrica Intelligente” (Smart Factory), cioè un sistema produttivo dove, oltre alla piena interconnessione tra le macchine, si punta a raccogliere e analizzare tutti i dati necessari per migliorare l’efficienza complessiva dell’azienda. Le tecnologie alla base della quarta rivoluzione industriale sono: l’automazione, la robotizzazione, l’analisi dei big data, i sistemi intelligenti, l’intelligenza artificiale e l’Internet of Things.
L’Industria 5.0 riflette uno spostamento dell’attenzione dal valore economico al valore sociale, ovvero al welfare: mettere le persone e l’ambiente, ovvero il benessere generale dell’essere umano e della società, al centro della scena, piuttosto che i profitti e l’efficienza produttiva.
Un nuovo paradigma con le stesse tecnologie dell’Industria 4.0, ma con tre concetti distintivi che possiamo riassumere, come spiega la Commissione Europea, in:
- Human Centric;
- Resiliente (non-fragile);
- Sostenibile.
Ma cosa significa Human Centric?
Una strategia centrata sull’uomo è quella che promuove il talento, la diversità e la formazione. Il tema è il passaggio da persone al servizio delle aziende ad aziende organizzate per fornire un servizio alle persone. Questo concetto è più radicale di quanto possa sembrare a un primo impatto in quanto sottintende la necessità di trovare, formare e trattenere i talenti. Un’organizzazione centrata sull’uomo riguarda dunque il raggiungimento di un vantaggio competitivo e il suo utilizzo per creare valore aggiunto anche per i dipendenti stessi.
Cos’è una strategia resiliente o “non fragilità”?
Come afferma la Commissione europea, essere resilienti significa essere agili, flessibili e adattabili. Le aziende oggi sono in gran parte orientate all’efficienza produttiva e all’ottimizzazione dei profitti. La rivoluzione teorizzata dall’Industria 5.0 risiede nel cambio di strategia: gli obiettivi dell’azienda non saranno più solo la crescita, il profitto e l’efficienza, ma la creazione di organizzazioni “anti-fragili”, cioè in grado di anticipare, reagire e imparare tempestivamente e sistematicamente da qualsiasi crisi e dunque garantire prestazioni stabili e sostenibili.
Come organizzare una transizione sostenibile?
Come per i primi due punti, anche questo concetto è più radicale di quanto possa apparire. Adottare fino in fondo una strategia sostenibile, per un’azienda, non significa solo limitarsi a ridurre l’impatto negativo di emissioni di CO2 o dell’uso di materiali di plastica, ma concentrarsi sull’aumento dell’impatto positivo sia sull’ambiente (ad esempio piantando alberi, dotandosi di mezzi elettrici) sia sulla società (coinvolgendo istituzioni, enti, scuole).
In altre parole, la strategia dell’Industria 5.0 prevede che le aziende, da parte significativa del problema, diventino parte integrante della soluzione.
Secondo l’Unione Europea infatti, Industria 5.0:
- Offre una visione dell’industria che va oltre l’efficienza e la produttività come unici obiettivi e rafforza il ruolo e il contributo dell’industria alla società;
- Pone il benessere del lavoratore al centro del processo produttivo e utilizza le nuove tecnologie per fornire prosperità al di là dell’occupazione e della crescita, rispettando i limiti produttivi del pianeta;
- Mette specificamente la ricerca e l’innovazione al servizio della transizione verso un’industria sostenibile, incentrata sull’uomo e resiliente.